Rimini, 22 febbraio 2024 - “Ha ragione la consigliera regionale Nadia Rossi a sollevare sul Carlino l’assurdità di complicare la possibilità agli studenti liceali di poter svolgere un lavoro in apprendistato nelle pause dello studio.
Giustamente ci si concentra sul turismo, l’economia principale del nostro territorio, ma non dobbiamo dimenticare che anche tante piccole e medie aziende d’estate sono un’occasione per i nostri giovani di misurarsi col mondo del lavoro, in ambiti anche diversi dal classico cameriere a cui abbiamo spesso associato la figura del lavoratore stagionale.
Le piccole e medie imprese, ad esempio, molte anche nella filiera legata alle forniture di servizi alle strutture turistiche, hanno la possibilità di trasmettere la cultura del ‘saper fare’ che sta annegando dentro agli smartphone.
Precludere l’esperienza lavorativa, tutelata e compresa nella formula dell’apprendistato, a giovani studenti e solo perché il loro corso di studi in quel momento non è in sintonia con l’esperienza di lavoro, significa tagliare loro la strada nel cammino verso la maturazione, l’esperienza, la consapevolezza di ciò che li attende in futuro.
La realtà è che il percorso da scuola a lavoro non è sempre lineare. Lo stesso sistema scolastico e formativo cerca di allinearsi a queste dinamiche proponendo pluralità di proposte e possibilità di uscita. I lavori del futuro sono ancora da immaginare, ma l'esperienza lavorativa in gioventù conoscenze ed esperienze.
Chi dialoga con le imprese sa bene che sono alla ricerca di ‘attitudini’, del ‘saper imparare ad imparare’. Le capacità vengono dopo e si imparano lavorando al fianco dei senior.
Non ci piace una visione ‘impresa centrica’ della questione, perché legare un’intera economia a questi fattori ci pare un approccio parziale. Abbiamo bisogno, tutti, di persone che abbiano una cultura del lavoro più solida e complicare questo obiettivo non è molto lungimirante”.